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138 parte prima

smo ci insegaa che non v’è principio. «Quando tu sarai compreso dalla vera scienza, terrai il mondo come senza cominciamento».1 — «Gli esseri», dice Vasumitra, patriarca Buddhico, specie di padre della Chiesa, «non furono creati; nè da Dio (Içvara), nè dallo Spirito (Purusha), nè dalla Materia (Pradhâna). Se Dio, o un altro principio come lo Spirito o la Materia, fosse stato la sola causa che produsse il mondo, farebbe d’uopo, per il solo fatto della esistenza di questa causa, che l’universo fosse stato creato nella sua totalità in una sola volta; imperocchè, non può ammettersi l’esistenza di una causa, senza il relativo suo effetto. Ma noi vediamo invece gli esseri nascere l’uno dall’altro; venire chi da una matrice, chi da un seme o da un germe; donde è forza concludere, che v’è una serie consecutiva di cause, e che Dio non è la causa sola ed unica. Ma, si dirà, questa serie svariata di cause è la conseguenza del volere di Dio; il quale stabilì che un Essere debba oggi prodursi per mezzo d’un altro: in tal modo si spiega questa consecutiva serie di esseri, è si conosce come Dio sia in realtà la causa di quella. A ciò è da rispondere, che bisogna allora di necessità ammettere in Dio tanti atti volitivi, quanti a lui piacciono; e questi atti della divina volontà essendo altrettante cause, ne consegue una moltiplicità di cause, che contraddice la prima supposizione d’una causa unica. Di più, questa moltiplicità di cause non può essere apparsa che solo per una volta, perchè Dio, come sorgente d’una stabilita attività volitiva, è uno e indivisibile. Qui si solleverebbe ancora la sopra men-


  1. Sâutrântica: Tamulische Bibliothek nella Zeit. der deut. morg. Gesel. t. viii, p. 724. — Koeppen, p. 228.