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134 | parte prima |
tazione e alla contemplazione delle dette formule, si aggiungono anche, alcuni simboli chiamati Mudrâ; che sono segni convenzionali fatti colle dita della mano; i quali esprimono gli attributi di, qualche divinità, o quelli della cosa espressa nella formula magica stessa.1 La primitiva destinazione di queste formule, fu quella di indicare i mezzi per preservare l’umanità superstiziosa dai timori, dai pericoli e dai malanni. Perciò si trovano scongiuri o formule per difendersi dalle epidemie, dall’influenza delle cattive costellazioni, dai veleni, dai cattivi genii o demoni malefici come i Draghi, gli Yaksha ec. E come se non bastasse, ve ne sono di quelli a cui si attribuisce la virtù di realizzare tutti i desideri possibili; altri che fanno cessare la pioggia, il vento, la. tempesta; che garantiscono ad una donna gravida un maschio o una femmina a volontà; che possono evocare i Bôdhisatva, liberare dalla trasmigrazione; e finalmente delli scongiuri destinati all’acquisto della Bôdhi.2
Ma qui non si fermò l’opera depravatrice del tempo e degli uomini sopra le dottrine del primitivo Buddhismo. La dottrina dei Dhâranî ebbe essa pure il suo incremento, pel quale si andò formando la dottrina dei Tantra. Questa non solo segnò il termine della scuola contemplativa, ma chiuse eziandio la storia dello svolgimento del sistema buddhico. Il Dhâranî, o la formula magica o scongiuro che dir si voglia, è speciale e laconico: per ottenere il fine voluto non v’è altro a fare che ripeterla più e più volte accompagnata, o no, dai Mudrâ