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130 parte prima

e immobile come un tronco. Continuate così per tre mesi, dice quel libro, e al quarto vi appariranno gli angeli; al quinto, voi stesso avrete acquistato la qualità di quegli esseri superiori; al sesto sarete diventato a dirittura Dio.

Un altro autore dà i seguenti precetti per l’estasi. «Chiudi la porta della tua cella, egli scrive, mettiti a sedere in un cantuccio, e innalza il tuo spirito al di sopra delle cose vane e passeggiere. Appoggia quindi la barba sul petto, volgi gli sguardi nel mezzo del tuo ventre, dove è il bellico; e bada di non respirare nemmen pel naso. Cercati così nelle tue viscere il cuore, dove stanno tutte le potenze dell’anima. Dapprima tu non ci vedrai che tenebre, ma perseverando notte e giorno, verrà tempo in cui, oh meraviglia! una gioia immensa t’inonderà, perchè la tua anima avrà trovato il luogo del cuore, e vi vedrà quel che non v’aveva mai scorto: vedrà lo spirito che è nel cuore: vedrà sè stessa radiante di luce e d’intelligenza». E ancora un altro autore dice, intorno alla maniera di meditare, che bisogna prima chiudere le finestre e le porte; astenersi poi dal ridere e da profferire parole; stare in ginocchio o a sedere con gli occhi chiusi, o rivolti a un punto fisso senza volgerli mai da una parte o dall’altra. Recitare così le orazioni, pronunziando una parola a ogni respiro, e considerando, mentre si trae il fiato, la significazione della parola pronunziata, o la eccellenza di colui a cui è rivolta la preghiera, o la umiltà di chi prega. Questi due autori citati da ultimo non sono brahamani, nè biiddhisti dell’India; ma il primo è Simeone abate del monastero di Serocerco a Costantinopoli,1 il secondo è S. Ignazio di Loyola;


  1. Fleury, Histoire ecclesiastique, l. xcv, c. ix, an, 1341. — Questa setta cristiana, preconizzata dal detto Simeone, fu chiamata