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parte prima 125

stenza, e di conoscere la cagione di questa infelicità. Ma come si ottiene questa scienza sublime? quali sono i mezzi pe’ quali vi s’arriva? La pratica delle sei Virtù o dei sei Pâramitâ, che sostituirono nel Mahâyâna le quattro Verità e i dodici Nidâna, è ciò che conduce all’acquisto della Scienza trascendentale (Prajňâ pâramitâ). La carità, la moralità, la pazienza, la contemplazione, la meditazione e la saggezza sono le sei virtù, le quali, come dicono i Buddhisti, tragittano l’uomo all’altra riva, cioè a dire lo conducono fuori di tutto quel che è mondano. L’osservanza di queste virtù fa acquistare all’uomo la bôdhi, e lo mette sulla via del Nirvâna, togliendolo dalle coste tenebrose dell’esistenza, dove non è che ignoranza.

Con siffatti insegnamenti il Buddhismo entra in una nuova via. Mentre nell’Hînayâna le dottrine non erano che negative, e nessun precetto comandava una qualche azione, ma solo vietava di fare tale o tale altra cosa; mentre al Bhikshu o al monaco, per essere degno discepolo di Çâkyamuni, bastava solamente allontanarsi dal mondo, e disprezzare le cose del mondo per la vanità loro, il Bôdhisatva del Mahâyâna deve invece adornarsi di tutte le perfezioni morali e intellettuali di cui è capace. Inoltre il primo Pâramitâ, che è la virtù della carità, dà al Buddhismo una nuova vita, una nuova forza, un’efficacia maggiore. Le mille leggende che riempiono le scritture buddhiche dimostrano in qual largo senso sia inteso questo sentimento di carità, che si estende a tutti gli esseri dell’universo senza eccezione. L’uomo che è entrato in possesso della Scienza, e che ha trovato la via di uscire da questo cumulo di miserie, da questa moltitudine di vanità, che è il mondo e la vita, non esce per questo dal dominio dell’esistenza per immergersi nel