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116 | parte prima |
prende che un secolo. Alcune tradizioni annoverano, come abbiam visto nel capitolo precedente, una serie di sette Primati, ai quali poi se ne fece succedere altri fino al numero di ventotto, e ci presentano il Buddhismo, nei suoi primordii, sotto la forma di patriarcato.
Col procedere degli anni l’unità e la concordia, che regnavano nelle comunità religiose dei Bhikshu, andarono a poco a poco diminuendo. Veramente la tradizione ci fa conoscere, che fin da’ tempi di Gâutama, nell’assemblea de’ monaci v’ebbero dissidii e anche scismi; ma le più profonde divisioni nella Chiesa, son tutti d’accordo a dire che avvenissero dopo il primo secolo dell’èra buddhica. Nelle molte contrade, dove queste società si erano stabilite, sorsero dapprima alcuni dissensi a cagione dei regolamenti disciplinari; poi incominciarono delle contradizioni intorno al modo di interpretare le dottrine del Buddha, o intorno alle dottrine stesse; d’onde nacquero controversie e discordie; formandosi così diverse scuole, ciascuna delle quali prese a combattere in difesa delle proprie opinioni. Affine di mettere un termine a queste lotte che agitavano la nuova chiesa, furono adunati que’ concilii, de’ quali s’è parlato in altro luogo, tentando per tal modo di ricondurre, la religione alla primitiva unità. Ma così non avvenne; chè anzi ogni concilio, oltre a dare origine a nuove sètte, faceva anche più profonde le divisioni che separavano le antiche: e davan loro maggior vigore le nuove lotte che sostenevano.
Fu appunto nel terzo di que’ quattro periodi a’ quali s’è accennato di sopra, che queste scuole, in numero di diciotto, vivendo di vita propria e indipendente, elaborarono le loro dottrine. E solo dopo questa elaborazione, si riunirono finalmente, almeno per quel che concerne la parte filosofica, nelle due scuole Vaibhâshika e Sâu-