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parte prima 109

che invasero il territorio occupato dai primi; e nel 163 av. C. si diressero verso il sud nelle provincie di Yarkand, Kashgar e Khotan, costringendo gl’indigeni, che i Cinesi chiamavano Su o Su-lê, ad abbandonare il paese. Dipoi si inoltrarono nella Sogdiana, distrussero il regno greco di Bactra, e occuparono la contrada dei Dahi.1

Gli Yüeh-cih, consolidati in potenza con le conquiste, e specialmente per la disfatta dei loro nemici, gli Hiung-nu, che divennero tributarii della Cina (60 av. C.), s’impossessarono dell’Ariana, del Kabûra (Cabul), del Kâçmîra e del Gandhâra (39-26 av. C.). Queste conquiste furono opera di una delle loro più potenti tribù, i Kuaycang (Kuei-shuang, Kushan o Gushan), unita ad altre quattro, e condotta da Khü-tsü-hi o Kien-tsien-kio, che è stato identificato con Hyrkodes, nome ben conosciuta dalla numismatica orientale. Dopo la morte di lui il suo figliuolo Yen-kao-cing (Hima Kadfises) continuando le imprese guerresche del padre, conquistò il Panjâbî, e resse fino all’anno 15 av. C. le terre che aveva occupate. A Kadfises successe Kanerkes o Kanishka suo figliuolo, che regnò nel Cascemir per lo spazio di 60 anni, cioè dal 15 av. C. al 45 d. C. Egli non potè sottrarsi alla grande influenza che aveva il Buddhismo in quel paese, dove allora fioriva prosperamente, e non tardò a convertirsi; innalzando, a testimonianza della sua fede, molte e belle pagode, che un dì adornavano la valle del Kabùl e il Panjâbî, e di cui si veggono anc’oggi alcuni ruderi.2


    per lo innanzi erano detti Hien-yun. Vedi: Biot, Diction. Géog. de l’Emp. Chi. p. 308. — Klaproth, Tableaux historiques de l’Asie p. iv e p.103. — De Guignes, Histoire des Huns, t. 1. part. ii, p. 13. — Wen-hsien-tung-kao, l. 340 e 341.

  1. «Dahae qui inter Oxum et Jaxartem non procul a maris Caspii littore habitabant». (Giustino, xii, 6.)
  2. Intorno a Kanishka vedi: Lassen ii, p-, 824 e 848.