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106 | parte prima |
Mâudgalaputra, chiamato anche Maudgalayâyana o Mahâmâudgalayâyana.
Se Açôka non riuscì, come era suo intendimento, a ricondurre la Chiesa alla primitiva unità, diede però un potente impulso alla propagazione delle dottrine buddiche. Imperciocchè alla fine di quella raunanza il monarca dispose che alcuni missionarii andassero per varie contrade, a fine di render noto dappertutto quel che s’era fatto e deciso, e di portare nei paesi non ancora illuminati dalla fede la legge di Çâkyamuni. La più importante di queste missioni fu quella che aveva a capo Mahêndra, figliuolo, o come altri vogliono, fratello, dello stesso re Açôka. Mahêndra, che era monaco, partì con altri quattro religiosi, per convertire gli abitanti dell’isola di Langkâ, o Ceylon. Regnava allora in quella contrada Dévanampiyatissa; il quale accolse con benevolenza gli apostoli della nuova religione, prestò orecchio alle loro parole e non tardò a diventare devoto seguace della dottrina che essi predicavano. Il popolo anch’esso, ammirando la vita semplice e santa di quei monaci, accorreva in folla al palazzo reale, dove abitava Mahêndra, a udire le sue predicazioni; e tanta era sull’animo delle moltitudini l’efficacia delle parole dell’apostolo, che questi, dice il Mahâvanga, convertiva ogni giorno più migliaia di uomini. Il numero dei religiosi si accresceva rapidamente; e presto furono costruiti dei conventi o vihâra. Si narra che il re stesso, dirigendo un aratro d’oro tirato da due elefanti, tracciasse sul terreno i confini d’un vastissimo monastero, che egli voleva erigere. Un gran numero di templi si innalzarono così in ogni parte del Ceylon; ed attestano anc’oggi coi loro ruderi la munificenza del re Dêvanampiyatissa. Morto questo monarca successe al trono il fratello suo, sotto il cui regno Ma-