le tradizioni del Buddhismo meridionale, la storia del Magadha nella serie dei re che si successero al trono di quel paese, dal tempo di Çâkyamuni fino a quel Candragupta, che abbiamo ora conosciuto per mezzo degli autori greci. S’è detto, negli altri capitoli, che Bimbasâra aveva la sua corte in Râjagriha, allora capitale del Magadha, quando il Buddha visitò quella città. Ora le croniche buddhiche fanno succedere a quel sovrano il suo figliuolo Ajâtaçatru; il quale s’impossessò del trono, ucciso che ebbe di propria mano il vecchio padre. Dopo aver regnato trentadue anni, ossia fino all’anno venticinquesimo dalla morte del Buddha,1 morì anch’egli della stessa morte, e il figliuolo Udâyi o Udâyaibhadra prese le redini del governo, che tenne fino all’anno quaranta dell’èra buddhica, nel quale anno venne egli pure ucciso dal suo figliuolo Anuruddhaka. Il regno di quest’ultimo fu di corta durata: imperocché Munda, figliuolo di quel principe, resosi colpevole dello stesso delitto, usurpò il trono paterno. Munda esercitò la sovranità fino all’anno 49 di Buddha; ma lo attese la sorte de’ suoi antenati, e il suo figliuolo e successore occupò la reggia fino al 63 d. B.2 Il popolo indignato per tante atrocità, volendo metter fine a questa dinastia di parricidi, si scelse egli stesso un re, che ebbe nome Çiçunâga;3 il quale proclamato al trono l’anno 63 dell’èra buddhica, morì l’81.° dell’èra stessa, dopo ventidue anni di regno; e gli successe Kâlâçoka, suo figliuolo, che trasportò la capitale da Râgagriha a Pâtaliputra.4
- ↑ Bigandet, p. 340, nota, e p. 347 e 362.
- ↑ Bigandet, p. 362.
- ↑ Secondo dati brâhmanici, Çiçunâga era discendente di Ajâtaçatru e della stessa dinastia. (Lassen, t. ii, p. 89).
- ↑ Lassen, t. ii, p. 91. — Bigandèt, p. 363.