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76 parte prima

tal soggetto è pertanto argomento d’investigazioni di singolare importanza: ed è stato infatti tema di serie discussioni, per molti scrittori tanto asiatici, quanto europei.

L’èra buddhica incomincia dall’anno della morte di Çâkyamuni; d’allora principia il computo di tutti gli avvenimenti che si successero fino ai giorni nostri, come presso noi, dalla nascita di Gesù. — Quest’èra religiosa venne iniziata, secondo alcuni, da Ajâtaçatru, subito dopo il primo Concilio, che si tenne in Ràjagriha.1 — Ma una gran discrepanza si trova negli autori orientali, quanto al determinare con precisione l’anno, nel quale il Buddha entrò nel nirvâna, o che passò da questa vita a quell’eterno riposo che da tanto tempo agognava. Questa discrepanza, lasciando da parte certe date favolose, le quali, come vedremo fra breve, non meritano troppo la nostra attenzione, sta in una differenza di circa duecento anni, fra la più remota e la più recente delle date calcolate dagli Orientali, come anno della morte del filosofo indiano.

La maggior varietà di date si riscontra appresso i popoli che professano il Buddhismo settentrionale; cioè fra’ Tibetani, fra’ Cinesi, fra’ Mongoli e fra’ Giapponesi. Quelle che si ricavano dagli scritti della scuola meridionale, che è in vigore nel Ceylon, nella Birmania, nel Siam e nel Pegu, sono più conformi, e tutte si aggirano circa il VI secolo avanti l’èra nostra. La smania di render più venerabile la religione, col farne risalire le origini ad epoca remotissima, indusse alcuni scrittori buddhici a propagare fra il popolo la credenza, che Gâutama fosse vissuto in tempo straordinariamente antico, che portano fin anco al 2500 av. C. La favolosa cronologia ammessa


  1. Bigandet, p. 361. — V. più oltre.