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introduzione ix

esclusivamente buddhisti, o dove il Buddhismo predomina, religione e civiltà sono talmente insieme legate, che l’una non sarebbe se l’altra non fosse. Il Tibet, il Ceylon e molta parte dell’Indo-Cina, sono debitori della loro cultura civile alla religione del Buddha. Ma se nelle nazioni che professano il Buddhismo, la religione è l’unico o il più potente fattore di civiltà, in esse, e tanto meno poi presso le nazioni di civiltà cinese, non accade come presso alcuni popoli di fede diversa, che i fatti religiosi dominino tutti gli altri, e quasi li assorbiscano. Solo in virtù della natura e dell’indole di quelle dottrine religiose, molte barbare o semibarbare popolazioni mongole si trasformarono in nazioni civili; ma non s’incontra giammai fra loro la credenza, che il legislatore e l’istitutore del popolo abbia fruito di qualche intimità col Dio, più stretta che non il resto dei mortali; come lo mostrano le tradizioni antiche di parecchie nazioni d’altra stirpe che la mongola. Non mi sembra giusto lo asserire che: «l’idea di Dio e il rito sono i soli elementi, che la scienza trova comuni a tutte le religioni».1 Çâkya non ebbe mai in animo di farsi credere Dio, nè diede per rivelate le dottrine che egli predicò: e la religione da lui fondata, almeno nella sua forma più antica, è una religione atea. Il


  1. Burnouf, La Science des Religions, p. 65.