Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
62 | parte prima |
E mentre starete insieme, se negli affari importanti della comunità religiosa non prenderete decisione alcuna senza unanime consenso, se non v’imporrete obblighi al di là di quel che vi è stato imposto dalla mia Legge, e se sarete attenti a osservare tutti i comandamenti che vi ho dati, la vostra istituzione si manterrà parimente florida e prospera. Ricordatevi le mie parole: siate sempre rispettosi verso i superiori. Guardatevi che le passioni, e specialmente la concupiscenza, non vi sottomettano al loro giogo tirannico. Amate la solitudine e la quiete; siate osservanti delle regole del vostro ordine. Sia per voi un piacere il ricevere con amorevolezza i buoni religiosi, che venissero al vostro monastero, e conversate con loro. Fuggite le cattive compagnie: applicatevi diligentemente all’acquisto della scienza e della saggezza: meditate intorno alle amarezze della vita e intorno alla instabilità e vanità delle cose umane. Se farete a questo modo, come v’ho detto, la vostra istituzione medesimamente prospererà, e voi sarete rispettati da tutti.1
In seguito le prescrizioni per la vita religiosa divennero molteplici e complicate: i voti che il neofito prometteva di compiere si elevarono fino al numero di 250.2 Si distinsero i peccati in mortali (prajita), come l’uccisione, il furto, l’impudicizia ecc., e in veniali (sangâvaçêça), come l’ostinatezza, le parole indecenti, l’onanismo, ecc.3 Si classificarono anche in peccati che si riferiscono al corpo, e sono tre: uccidere, rubare, fornicare; peccati che si riferiscono alla lingua, e sono la menzogna, la maldicenza, le parole ingiuriose e le pa-