Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/129

58 parte prima

con pratiche inutili di penitenze, di mortificazioni e di austerità.1 Il giusto mezzo è la via (mârga) che guida alla salute».2 La via, o il metodo che deve condurci a salvazione ha otto parti.3 Esse sono altrettante condizioni, che l’uomo deve avere per arrivare al Nirvâna, e sono: la fede, il sano giudicio, l’operare con fine sempre puro ed onesto, il menare vita di religioso, l’adempire tutti i precetti della Legge, l’avere sempre in memoria il passato per poter correggersi nell’avvenire; e in fine, il meditare, che può condurre, anche in vita, ad uno stato di quiete simile al Nirvâna.4 La miglior via, dice il Dhammapada, è la via che mena al Nirvâna (Açthângamârga, «la via dalle otto parti»). Le migliori verità sono le quattro verità (âryâni satyâni). La migliore delle virtù è l’essere senza passioni. Il migliore degli uomini, colui che ha occhi per vedere la verità. — Chi cammina fuori della via della salute o del Nirvâna, cadrà in potere di Mâra,5 il tentatore. Chi seguirà la retta via arriverà alla fine di tutte le miserie e di tutti i dolori. — ogni cosa creata perisce; ogni esistenza è pena; ogni forma non è che illusione: ecco le verità, che faranno entrar nella via che mena alla quiete.6

Non è mia intenzione di fare un parallelo tra il Buddhismo e gli altri sistemi filosofici dell’India; che sarebbe lavoro di lunga lena, e mi condurrebbe fuori dei


  1. Cfr. al cap. i, p. 29.
  2. Dharma-cakra-pravartana-Sûtra: Feer, nel Journ. Asiat., t. xv, p. 364-366.
  3. Burnouf, i, p. 630; ii, p. 519.
  4. Burnouf, loc. cit.Koeppen, i, pag. 408.
  5. Vedi cap. i, p. 24, nota 1.
  6. Dhammapada, cap. xx, versetti 272-280.