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52 parte prima

della sua virtù». E il Burnouf:1 «Il a vécu, il a enseigné et il est mort en philosophe, et son humanité est restée un fait si incontestablement reconnu de tous, que les légendaires, auxquels coutaient si peu les miracles, n’ont pas même eu la pensée d’en faire un Dieu après sa mort». E altrove:2 «Il y a peu de croyances en effet qui reposent sur un ainsi petit nombre de dognaes et même qui imposent au sens commun moins de sacrifìces; je parle ici en particulier du Buddhisme qui me parait être le plus ancien, du Buddhisme humain, si j’ose ainsi l’appeler, qui est presque tout entier dans les règles très-simples de la morale».

Ma quanto più la posterità si allontana da Çâkyamuni, tanto più la dottrina di lui prende incremento, tanto più perde della sua semplicità e della sua indole umana, tanto più egli s’innalza straordinario agli occhi dei suoi adoratori. Il Buddha del Hinayâna, o del Buddhismo primitivo, non è altro che l’unico uomo, il quale fino allora abbia saputo liberarsi dalle sofferenze della vita, da quel che i buddhisti chiamano il Sânsâra, ovvero, come noi diciamo, dal mondo; il solo uomo che sia riuscito a effettuare l’annientamento di sè stesso e a liberarsi dalla trasmigrazione o da ogni futuro rinascimento. Egli non è il sovrano dell’universo; e non diventa tale, nè dopo la morte, nè dopo il Nirvâna. Il Buddha del Mahâyâna invece è un personaggio affatto differente.3 Esso si trova in comunione con tutti i mondi, de’ quali si compone l’universo buddhico; e non perde la sua personalità, nemmeno dopo la morte. Inoltre il Mahâyâna,


  1. Intr. à l’Hist. du Bud. Ind., p. 388.
  2. Ibidem, p. 336.
  3. Wassiljew: p. 12.