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parte prima 45


Capitolo II.


Dell’opera del Buddha.


La valle del Gange, dove il popolo ario discese, finito il periodo della sua vita pastorale menata nel Panjâbî, il Sapta Sindhu vedico, e dove ci conducono le vecchie leggende religiose brâhmaniche conservate nelle raccolte sacerdotali dei Purana, e le tradizioni eroiche delle due grandi epopee, il Mahâbhârata e il Râmâyana, fu pure la culla del Buddhismo, e il luogo ove si svolsero i principali avvenimenti della primitiva storia buddhica. Questa parte dell’India era comunemente designata dai Buddhisti col nome di Madhyadeça; e comprendeva i regni di Mathurâ, Sâketa o Ayodhyâ, Koçala, Vârânasî, Kapila, Vâiçâlî, Magadha, Mithilâ, e Campâ:1 cioè a dire


  1. Mathurâ, capitale dello Stato del medesimo nome, esiste ancora sulla riva occidentale del Yamunâ, oggi Gemna. Il nome le viene da una tribù d’aborigeni, i Mâthava o Madhu, i quali fondarono la città e lo Stato (V. St. Martin, Mémòire analytique, p. 95). — Koçala è la contrada che giace sulla riva orientale del Sarayâ, e forma parte della moderna provincia di Aude. A’ tempi del Buddha aveva per capitale Çrâvasti, sulla riva sinistra. del fiume Rapti. Questo paese non è da confondersi con il Koçala di Hsüan-tsang, il quale è nel Dekhan (Dakshina Koçala). Vâiçâlî, città famosissima negli annali buddhici, è stata identificata dal Cunningham coll’odierna Besarh, venti miglia al nord di Hajipûr. — Campâ, Campapuri o Campanagara, era nelle vicinanze di Bhagalapura. — Kapila, Vâiçâlî, Mithilâ, Magadha e Campâ non facevano parte veramente del Madhyadeça propriamente detto. — Il Magadha è la terra santa dei Buddhisti. Fino da’ primi tempi si coprì di un numero infinito di monumenti religiosi, e di conventi o Vihâra; la qual cosa valse al paese del Magadha il nome