fosse compagno nell’ammaestrare le moltitudini; ed a chi primo insegnerebbe la nuova dottrina. Pensò ai due maestri Arâta Kâlâma e Rudraka, che lo avevano istruito nella scienza brahmanica: ma essi erano morti da qualche tempo. Restavano però i cinque discepoli che lo seguirono nelle solitudini d’Uruvilvâ. Costoro, è vero, lo avevano abbandonato scandalezzati in vederlo a un tratto lasciare le pratiche di austerità, alle quali si era dato per sei anni con tanto ardore. Ma ciò non dava a disperare al Buddha; che fermo in animo di poter di nuovo farseli amici col manifestar la verità che aveva scoperta, e la santa opera, in cui voleva averli compagni, decise di andarli senz’altro a trovare nel loro eremitaggio. Essi erano nel bosco di Mrigadâva,1 presso la città di Varânaçî (Benares). I cinque anacoreti, non appena lo videro, ricordandosi di quel che era avvenuto, fecero proponimento di riceverlo con freddezza e disdegno; ma subito che ebbero inteso le sue parole, gli si dettero con tutta fede, e lo riconobbero come istitutore del mondo. Lasciarono pertanto il loro eremitaggio e lo seguirono: e furono essi i primi convertiti alla nuova Legge.
- ↑ Mrigadâva, nome che vuol dire Bosco dei cervi o delle gazzelle, era sul piccolo fiume Varânaçî, affluente a sinistra del Gange. In questo bosco fu innalzato più tardi un magnifico convento buddhico, dove potevano abitare mille cinquecento religiosi. Questo convento fu distrutto nell’ottavo secolo, in seguito alle violente persecuzioni, alle quali soggiacquero i Buddhisti per parte dei Brâhmani. Gli avanzi di questo grandioso edificio furono scoperti a quattro miglia inglesi da Benares, in un luogo detto Sârnath (Çarañganâtha). Vedi Jour. of the As. Soc. of Beng., t. xviii, 1848, p. 31; t. xxiii, 1854, p. 469. — Mrigadâva, fu anche detto il Parco de’ Rishi (o dei santi o devoti), Rishipatana, perchè fu residenza de’ cinque primi discepoli di Buddha.