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36 | parte prima |
Çâkyamuni era giunto finalmente a trovare la verità che egli cercava; ma gli uomini sarebbero essi stati capaci d’intenderlo? Egli aveva trovato il mezzo di salvarli dalle miserie e dai dolori della vita; ma consentirebbero essi ad entrare nel cammino che avrebbero dovuto percorrere? Questi dubbi agitarono l’animo di Siddhârtha, e offuscarono la gioia che aveva provata nel vedersi in possesso della pura intelligenza e della verace dottrina. Egli si doveva apparecchiare ad una lotta terribile contro le vecchie credenze che voleva abbattere, contro la ignoranza di coloro che non avrebbero compreso lo spirito de’ suoi insegnamenti, contro la malvagità di quelli che lo avrebbero con ogni possa contrariato nell’opera che voleva intraprendere. Queste considerazioni lo posero in tanta incertezza e scoraggiamento, che fu sul punto di abbandonar l’impresa, e allontanare da sé il calice amaro di tutte le difficoltà che si vedeva sorgere innanzi. Se non che il gran Brahman, disceso egli stesso dal cielo, si presentò al Buddha e lo supplicò che non ristasse: imperciocchè gli disse che grande era la miseria degli uomini, e grandi i benefici che verrebbero dalla sua legge; togliendo loro dalle tenebre dell’ignoranza, nella quale sarebbero senza fallo periti, se fossero mancati del suo aiuto. Il Buddha allora depose ogni titubanza, e per amore degli uomini si preparò a vincere ogni ostacolo, e si accinse a compiere la difficile opera. 1
Ma tanta impresa voleva l’aiuto di più apostoli; e Siddhârtha si domandò, dove avrebbe trovato chi gli
- ↑ Lalitavistara. — B. p. 105.
tendo la terra con un dito del piede disperse l’esercito di Mâra, il tentatore; e convertì le tre fanciulle in tre brutte vecchie. Fa-hsien, Fo-kuo-ki, cap. xxxi.