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parte prima | 33 |
e contengono i pensieri più comuni, che di frequente si trovano espressi nelle scritture buddhiche. E prima di tutto domandossi: «Qual’è la causa di tutte le miserie e di tutti i dolori, che affliggono l’uomo? — Certo l’esistenza. E la causa dell’esistenza? L’amore. E l’amore nasce dal desiderio e dalla concupiscenza, e questa dai sensi, e i sensi sono commossi e turbati da ciò che è nel mondo. Ma se ciò che è nel mondo tocca i sensi, li commuove e fa nascere la concupiscenza, l’amore, la vita, il dolore, egli è perchè l’uomo considera il mondo con mente inferma e falso giudizio. L’ignoranza è dunque la causa dei mali che affliggono l’uomo: dall’ignoranza nasce il mondo e tutte le cose che esso contiene.1 La scienza che ha dissipato in me ogni illusione, come la luce dissipa le tenebre, mi ha mostrato le cose nella loro realtà, e ho visto la vanità di tutto quello che mi circonda. Intanto non v’è nell’Universo che afflizione e dolore. Gli esseri, miseramente trattenuti nel vortice della vita, sono trascinati qua e là dalle onde disordinate della concupiscenza; attratti da fallaci apparenze verso oggetti che non saziano giammai i loro desiderii. La scienza sola può salvare l’umanità».2 Questa scienza, alla quale il Buddha dava sì alto valore e potenza, ha il suo fondamento nelle Quattro grandi verità, che i Buddhisti chiamano Câtur âryâni satyâni, e sono:
1.° Il dolore è il retaggio di tutti gli esseri, in qualunque condizione di vita essi sieno (cioè Dei, uomini, animali e demoni).