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parte prima | 31 |
Lasciate finalmente quelle solitudini, s’incamminò lungo le rive del fiume Nâirañjanâ, e giunse alla città di Gayâ, la quale fu detta poi, in suo onore, Buddhagayâ.1 E allettato dall’amenità del luogo, si fermò poco lungi, in un sito che le leggende chiamarono più tardi Bôdhimanda, nome che vuol dire Trono dell’intelligenza, e prese riposo all’ombra d’un albero Jambu.2
Siamo ora giunti a quel momento della vita di Siddhârtha, nel quale la leggenda e la tradizione ce lo rivestono della qualità di Buddha, ponendolo finalmente in possesso di quella sospirata Scienza che andava cercando da sette anni. È a Bôdhimanda appunto, all’ombra d’uno
- ↑ Gayâ giace alla sinistra del Phalgu, fiume formato dai torrenti Nâirañjanâ e Mahânda o Mahî. Si volle distinguere la città che porta oggi il nome di Gayâ, dalla Gayâ delle leggende buddhiche, la quale secondo alcuni doveva sorgere più lungi dalla prima, in luogo ove ora si vedono informi rovine. (On the Ruine at Buddha Gayâ, by Babu Rajendralal Mittra, nel Jour. of the As. Soc. of Bengal, xxxiii, Calcutta 1864). Il Vivien de Saint-Martin, op. cit., p. 124, riconosce nella Gayâ odierna la medesima città delle leggende buddhiche.
- ↑ Jambu è un albero favoloso, che alcuni hanno identificato con l’Eugenia jambolana (Eitel, Hand-book, p. 36). Ma in questo luogo, come in tutte le leggende della vita di Çâkyamuni, si vuole intendere il Pippala o Ficus religiosa, che più tardi fu chiamato Bôdhidruma o albero dell’intelligenza. I buddhisti dell’India, che tengono come sacra la pianta, sotto cui Siddhârta divenne il Buddha, confusero il Ficus religiosa col Ficus indica, che è propriamente l’albero sacro dei brâhmani. In Cina invece, come pure altrove, si tiene in onore una specie di palma, Barassus flabelliformis o Lontarus domestica, che nell’India si chiama Patra o Tala, e che i Cinesi credono, per errore, che sia il Ficus religiosa o Bôdhidruma.
conti, di due mercanti chiamati Trapusha e Bhallikâ, i quali nutrirono coi loro doni il Buddha, nel tempo che si trovava a Uruvilvâ.
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