In Rosetta nel quinto, in Damanuro
Brillò nel sesto di nostr’arme il lampo.
L’altro fe’ Rammanìa, l’altro fe’ scuro
D’Araba strage di Cebrissa il campo. 205De’ re alle tombe ne’ seguenti un duro
Conflitto arse: vincemmo; e senza inciampo
Del fortunato BONAPARTE al piede
L’Egizie sorti il dì ventesmo vede.
Dietro il volar di sue vittorie è lento 210Della parola e del pensiero il corso.
Ancor Cinzia col bel carro d’argento
Tre giri intégri non avea trascorso,
Che sottomesso ogni nemico o spento,
Menfi sentìa del Franco impero il morso 215Dal Pelusiaco seno alle rimote
Spiagge, ove dritta il piè l’ombra percuote.
E sagge furo e salutari e dive
Del vincitor le leggi, e dolce il freno.
Sovente conquistár l’Egizie rive 220L’Arabo, il Perso, il Turco, il Saraceno;
Ma fu crudo il conquisto, e ancor lo scrive
Colma d’orror la storia, che sereno
Farà il sembiante, e allegrerà gl’inchiostri
L’opre narrando del Cirneo Sesostri.