Girò su noi l’orribil guardo, e foco
Dagli occhi dardeggiò, ma smorto e tetro: 155Digrignò i denti spaventosi, e roco
Muggì, come spezzata onda, lo spetro;
E udir mi parve questo tuon: Sì poco
Temuta è dunque la mia possa? Addietro,
Addietro, gente dell’altrui bramosa, 160La più di tutte audace e perigliosa.
Se con la spada e co’ pensieri ardite
Tradurre al culto di ragion la terra
Che in mal punto attingeste, e alle meschite
Ed ai costumi ch’io fondai far guerra, 165E turbar l’ozio del mio regno, udite
Ciò che nel grembo all’avvenir si serra;
Franchi, udite e tremate: mille porte
Per tutti esterminarvi apre la morte.
Altri in dure battaglie, altri di stento 170E di squallido morbo, altri trafitto
Sotto il ferro cadrà del tradimento;
Faran bianco le vostre ossa l’Egitto.
Le vele che portár tanto ardimento,
Fulminate dall’Anglo in rio conflitto, 175D’Abukir lasceranno infame, e bruna
Di Franca strage la fatal laguna.