Sol del sangue d’Europa e del suo pianto
Cresciuta sempre, e sempre sitibonda, 35Anglia feroce dell’ulivo al santo
Ramo insultava su l’Atlantic’onda,
E comprava delitti, e sol di tanto
Si dolea, che non fosse ancor feconda
Di tradimenti assai la disleale 40Quant’era di valor la sua rivale.
Questa di ferro e di sublime ardire,
Quella d’oro e di fraudi era possente.
Vide il grande Guerriero che ferire
Fea bisogno la cruda in orïente, 45E all’avara su l’Indo inaridire
Dell’auro corruttor la rea sorgente:
Chè su l’Indo inesausta ed infinita,
Non sul Tamigi, è di costei la vita.
Chiude l’alto pensier nel suo gran seno, 50Fa di forti un’eletta, e al mar s’affida.
Non sì tosto sul dorso hallo il Tirreno,
Che giunto al Nilo già la fama il grida.
Salvo uscito sul Libico terreno,
L’esercito si volse all’onda infida: 55Guatò l’immensa liquida pianura,
E ricordossi delle patrie mura.