Di Marte orrende
Alte vicende.
Narra dell’Itale 170Pugne gli affanni,
Del Nilo domiti
Narra i tiranni,
E l’omai spenta
Patria redenta. 175Alle magnanime
Narrate imprese
L’orecchio tendono
L’alme sospese;
E qualche core 180Batte d’amore.
Chinò i begli occhi al fin di sue parole
L’infiammata donzella, e su le gote
Le si diffuse del pudor la rosa,
Che nata appena impallidì. La vide 185L’accorto padre, nel cor imo scese
Della fanciulla, e tutta ne conobbe
La ferita. Nè già d’ira fe’ segno
Nè di dolor; chè i puri occhi del cielo