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44 | il bardo |
255La vile opra sigilla. Esterrefatto
Balza il misero in piedi; udir già pargli
Degl’ignivomi bronzi il tuono, e il grido
Dell’assalto; veder pargli divelta
Dai fondamenti la cittade, e sopra
260La fervida ruina alto apparire
Il gran Guerrier, che inesorato invìa
D’ogni intorno la morte. Alla pensata
Vista feral confuso, istupidito
Pensa, volge, rivolge. Ira, rimorso,
265E furore e vergogna in un raccolti
L’avvampano, ma tutti in cuor gli estingue
Delle paure tutte la più cruda,
NAPOLEON. Da tanto nome oppresso
Cede l’arme il meschin, cede un integro
270Esercito captivo; e col terrore
Sol del nome, incruente e stupefatte
Cittadi e regni il mio Signor conquista.
Fine del Canto Terzo.