Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/54

42 il bardo

De’ Germanici fiumi, e d’Ulma i tristi
Fati pur tenta differir. Ma indarno
Per lo vil duce, che li tolse in cura,
D’un Dio combatte la possanza. Antica
215Sua compagna fedel la Codardìa,
Ogni favilla di valor gli ammorza
Nell’attonito petto. E quando i lumi
Gli occupa il sonno, la schifosa assume
Gli atti, l’andar, la voce, il portamento
220Della Diva Prudenza, e a lui sul capo
Librandosi, e raggiando di gran luce,
Così prende a parlar: Macco, tu dormi?
Tu diletto mio figlio? E in qual ti stai
Rischio orrendo non badi? Il Franco ardito
225L’erte intorno già tiene, e signoreggia
La non forte città. Cadde Memminga,
Cadde Gunsburgo: d’ogni parte rotti
Fuggono i tuoi: le Russe armi son lungi,
E il saranno; nessuna in tanto estremo
230Speme rimanti di soccorso: e ancora
Fai dimore alla resa, e l’ire inaspri
Del vincitor? Che attendi? Il rio macello