Di delitti officina; e or l’una, or l’altra
Va consultando e carezzando il macro
Degli Angli correttor, mentre alle porte, 125Che Crudeltà tien chiuse, inesaudito
Batte il pianto d’Europa. In mezzo a tanta
Tenebrosa congrèga la Paura
Comparisce improvvisa, e le raccolte
Negre sorelle di spavento agghiaccia; 130Gli occhi immobile affissa su lo smorto
Anglo, il contempla, e non fa motto. Alfine
Dalle chiome spiccando una fischiante
Cerasta al petto glie l’appicca, e grida:
Guarda e trema. In quel dir sciogliesi tutta 135In levissimo fumo, e per le nari
E per la bocca gli discende al core.
Guarda il misero, e vede, oh che mai vede?
Squarciato vede e sanguinoso il petto
Di larga piaga al fiero e non mai vinto 140Vincitor d’Abukire; e alla caduta
Del truculento Eroe pargli che tutto
D’Albïon cada il vanto e la speranza.
Vede lui stesso atroce ombra rabbiosa