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20 il bardo

Le ferite; ed uscìa di ciascheduna
In un col sangue una segreta voce
Che al cor parlava di Malvina. Ond’ella
Sciolte ratto dal fianco e dalle chiome
60Le caste bende con Ullin si diede
A fasciarle veloce; e della piaga,
Che occulto strale già le aprìa nel seno,
La meschinella ancor non s’accorgea.
     E già lo spirto, che fuggìa col sangue,
65Le vie del cor ripiglia, e per le membra
Diffuso riede ai consueti offici.
Già si folce sul cubito, già sorge,
Già in piè sostiensi il Cavaliero, e puote
Coll’aíta de’ duo che al fianco infermo
70Gli fan colonna, imprimer l’orme, e lento
Movere il passo. Non sorgea lontano
D’Ullin l’umile tetto, e non fu lungo
Del venirvi lo stento. Ivi giojosi
Sovra non ricco letticciuol, ma tutto
75Bella spirante pastoral mondezza
Il corcár mollemente. E ciò che l’uopo
Chiedea dell’arte apparecchiato, e messo