E di Gunsburgo su i tremendi ponti
Già batte la novella Aquila i vanni
D’ostil sangue roranti, e nell’antica
Figge ardita così l’ugna sovrana, 215E la squarcia, e la spenna, e le rabbuffa
Sì la corona sulla doppia cresta,
Che fuggitiva a rimpiattarsi d’Ulma
Ne’ mal chiusi ripari la costrigne.
La vincitrice intanto a maggior preda 220Sovra il balzo d’Albecco apre l’artiglio.
Ivi in pugna crudel prodigio apparve
D’infinito valor. Contra se’ mila
Impetüoso e quattro volte tanto
Combattea l’Alemanno, e non lasciava 225Dubbia la speme l’inegual conflitto.
Ma numero che val contra virtude?
Veder la numerosa oste, e primieri
Assalirla, spezzarla, e sgominarla,
E far che molti mordano la polve, 230Molti cedano il ferro, e il resto compri
Col fuggir ratto una codarda vita,
Fu per que’ pochi eletti un breve affanno,