Di mio villaggio fo dimanda, e tutto
Da’ barbari l’intendo per feroce 395Rabbia, correa due giorni, arso e distrutto.
Mi strinse il gel le vene a quella voce.
Palpitando proseguo, e già condutto
Mi son davanti al suol natìo. Veloce
Raddoppio il passo, e m’apparisce, entrando 400Spettacolo crudele e miserando.
Avean le fiamme intorno orribilmente
Divorate le case, e su la scura
Solitaria ruina alto un tacente
Orror regnava e il lutto e la paura. 405Irto i crini, e col cor che il danno sente
Pria che lo vegga, alle paterne mura
Tremante, ansante mi sospingo; ed arse
Tutte le trovo, e al suol crollate e sparse.
Se’ tu fuggita in salvo, o sotto questa 410Macerie orrenda, o madre mia, sei chiusa?
Ecco il crudo pensier che alla funesta
Vista mi corse nell’idea confusa.
Gridai, gente cercai: tutto era mesta
Solitudin. Tenea la circonfusa 415Oste i colli imminenti, e non ardiva
Uomo appressarsi alla deserta riva.