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canto sesto. 97

345La Concordia rifulse, e di catene
     Indissolute la nemica avvinse,
     Franse gli empj pugnali in su l’arene
     Angle temprati, e l’ire tutte estinse.
     La virtù che di Dio nell’uom mantiene
     350La riverenza, la virtù che strinse
     Col ciel la terra, più graditi e cari
     Bruciò gl’incensi su i risurti altari.
Ebber norma ed impulso e vigoría
     I diversi doveri; e d’un sol fiato
     355Tutti sospinti per diversa via
     Mossersi a gara ad animar lo Stato.
     Così volge sue rote in armonía
     L’ordigno che misura il tempo alato;
     Hanno vario il cammino e vario il volo
     360Tutte; ma il punto che le move è un solo.
E le scïenze intanto e le sorelle
     Arti splendor de’ regni, e formatrici
     D’almi costumi, senza cui nè belle
     Son le città, nè i troni unqua felici,
     365Schiuser liete i lor templi; e di novelle
     Ghirlande ornate, con più fausti auspíci
     Ricominciár lor riti, e ogni villano
     Costume entrato ne cacciár lontano.