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canto sesto. 95

Lo Statuto? il Magnanimo riprese,
     E l’accento suonò più che mortale.
     Lo Statuto? ed ardisce alma Francese
     300Oggi invocarlo? Lo Statuto? E quale?
     Quello cui tante e tante volte offese
     Delle parti il furor? quello in cui strale
     Non è che fitto non sia stato? Un nome,
     Che in fronte al giusto fa rizzar le chiome,
305Dunque un nome s’oppon, che soli affida
     I traditori? un nome in cui delinque
     Santamente ogn’iniquo, e il parricida
     Poter si sacra tuttavia de’ Cinque?
     E non udite ancor dunque le strida
     310Che le rive lontane e le propinque
     V’invian gridando: A terra, a terra l’empio
     Statuto, o Franchi, e fine al patrio scempio.
Tremár di gioja ai generosi accenti
     I pochi intégri, e di terrore i molti
     315Perversi; e fuggir sotto i vestimenti
     Più man fur viste, e trasmutarsi i volti.
     A camparlo quel dì dai vïolenti
     Ferri di questi o scellerati o stolti,
     Fama è che intorno al perigliante Duce
     320Fiammeggiar fu veduta una gran luce.