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certezze di pace allo scopo di deprimere gli animi non appena la verità vera venga da tutti risaputa.

Ma i nostri Telegrafisti han cuore e coscienza e per giunta sono quanto mai scaltriti da un lunghissimo tirocinio. ..... Eppoi lo chiamano telegrafo senza fili!

Comprendono così bene l’importanza delle loro mansioni, che dalle loro file sono emerse simpatiche figure di eroi che la Patria non dimenticherà.

Eroi per la fermezza con cui sono rimasti al loro posto sotto lo infuriare del fuoco nemico, all’apparecchio o all’aperto, per camminamenti e trincee, a riparare guasti, a stendere nuove linee.

Il soldato NOVATI ARTURO, da Meda, va ricordato tra i più degni: onorando la sua memoria si onorano anche coloro i quali compiendo gli stessi eroismi sopravvissero e danno tuttora valido contributo al proprio Paese.

«Comandato in una notte di luna a stendere una linea telefonica per collegare due nostri piccoli posti avanzati, sotto il fuoco di fucileria di tiratori nemici appostati su rocce dominanti l’unica mulattiera su cui dovevasi stendere la linea stessa, compreso soltanto dalla necessità di compiere il mandato ricevuto, il NOVATI eseguiva con calma il proprio lavoro. Colpito da una fucilata nemica, incurante di sè continuava nel suo compito ed incoraggiava i compagni, finchè, perdute le forze, dovette essere trasportato al più vicino posto di medicazione, ove, non appena giunto, spirava.»

E quanti mutilati si onorano di essere appartenuti al Genio telegrafisti! Per tutti basterà ricordare il capitano DALL’ARA DANTE da Reggio Emilia, — oggi presidente della Lega Nazionale tra i mutilati, feriti e invalidi di guerra — simpatica figura


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