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Telegrafisti.
Telegrafisti, Telefonisti, Guardiafili: tutta una famiglia a cui si possono bene aggiungere anche i Radiotelegrafisti! Che irretiscano di fili la prima linea e la retrovia, che adoperino l’apparato Morse o afferrino onde di pensiero vibranti nello spazio con l’apparato Marconi, che trasmettano, ricevano, o intercettino, che svolgano la loro opera nelle cabine appollaiate sulle creste alpine, in case dirute o in centralini incavernati, i soldati telegrafisti sono elementi indispensabili per la vita di un esercito in guerra.
Ad essi è affidato un compito delicatissimo, per assolvere il quale occorre alto spirito di disciplina, senso di responsabilità, indiscussa attaccatezza alla causa italiana.
Il Guardiafili: — Mica ce faccio caso; tanto ero abbituato alla Girandola der Pincio.... Un ordine trasmesso o ricevuto male o troppo tardi, una parola fraintesa, una cifra sbagliata, un segreto di servizio affidato per leggerezza alla curiosità di un estraneo, una notizia diffusa troppo presto possono essere causa di danni incalcolabili. Difatti, quando il nemico riesce a sapere dove si trova un centralino telefonico importante o un ufficio telegrafico, cerca di colpirlo, perchè sa che in tal modo, almeno finchè non si ristabiliscano le comunicazioni, impedisce il collegamento tra le linee ed i Comandi, tronca per così dire i nervi che portano le sensazioni al cervello e da questo provocano movimenti in tutto il corpo per gli atti di offesa e di difesa.
Il nemico, anche, se può, tenta di far lanciare per mezzo del telegrafo e del telefono da suoi emissari inafferrabili notizie false e allarmanti, per agitare gli spiriti, intorbidare le coscienze, generare confusioni, contrasti, scoramenti. Più di una volta in questi ultimi tempi ha tentato di far esagerare le nostre vittorie o di diffondere inopportune
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