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... «Il 72 Battaglione Zappatori combattendo a fianco della fanteria confermò ancora una volta lo spirito di sacrificio e di valore dell’arma del Genio.»

(Comunicato Diaz del 21-7-1918).


... «Ai reparti Zappatori del Genio già nominati per le loro azioni di combattimento debbono aggiungersi i Battaglioni: 3, 12, 19, e 80; la 47.ª e la 217.ª Compagnia.»...

(Comunicato Diaz del 24-7-1918).


Minatori.

Quando si parla di Minatori del Genio il pensiero generalmente corre al sublime sacrificio di Pietro Micca, a gallerie sotterranee interminabili, a pozzi profondi pieni di umidità appena rischiarati dalla fiammella di una lampada, a mine e contro-mine poderose; vien fatto subito di ricordare la mina del Castelletto che distrusse in un attimo tutti i ricoveri e tutte le difese nemiche, quelle di minor proporzione del Pasubio e di altre località montane, le interruzioni stradali e di ponti fatte brillare durante il ripiegamento dall’Isonzo, il ponte di Vidor ed altre opere distruttive del genere.

Soltanto coloro che hanno vissuto la guerra sanno che il compito dei Minatori è ancor più esteso, e va dalla improvvisazione di ricoveri e trincee di prima linea ad opere difensive più complesse, dalla costruzione di strade d’ogni specie alla costruzione di baracche, gallerie, cannoniere, postazioni di mitragliatrici, ecc. Tanti anche non sanno dei fidi Motoristi — inseparabili alleati dei Minatori — che in molte località della nostra fronte si sono spinti con i loro gruppi perforatori fin sotto le linee nemiche trovandovi qualche volta morte gloriosa come il motorista VIOTTOLO GIUSEPPE da Caltagirone, esponendosi sempre a qualunque sacrificio in piena fratellanza colle armi combattenti.

Come gli Zappatori, anche i Minatori hanno dovuto per molto tempo trasportare la loro parte di tubi di gelatina esplosiva sotto i reticolati nemici, quando per distruggerli non si usavano ancora


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