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Telefoni e telegrafi.
Il pane, l’acqua, la strada, le munizioni sono indispensabili al combattente.
Ma non bastano: occorrono comunicazioni telegrafiche e telefoniche. Dall’osservatorio e dalla trincea più avanzata al Comando delle grandi unità, i Telegrafisti hanno fatto correre una enorme quantità di fili telegrafici e telefonici che irretiscono tutta la zona di guerra come i nervi irretiscono il corpo umano. Contro ogni violenza di tempesta e di fuoco nemico tutti i fili debbono essere mantenuti in vita ad ogni costo. La rete di guerra dell’inverno 1916 correva sulla nostra fronte per 40 mila chilometri di linee, con oltre 100 mila chilometri di filo collegati da 15 mila apparecchi telefonici e oltre 20 mila apparecchi telegrafici.
Zappatori.
La guerra moderna ha fatto rilevare tutto il valore del contributo d’intelligenza e di lavoro dato dai due primi reggimenti del Genio.
Nell’apertura dei più aspri valichi, e nelle concezioni più ardite di opere che resteranno a dire una volontà che tanto seppe volere; nelle difese che il più nobile amore di figlio seppe dare alla sua terra; in quelle che il livido nemico di nostra gente guarda attonito levarsi a pochi passi da lui sempre maggiori all’alba di tutti i giorni; nelle fatiche durate, nel sacrificio di tutte le notti, nella sonorità delle ore più tragicamente tranquille, tra il badile e l’arma; dovunque sia necessario vincere, l’infaticato artefice del trionfo porta la sua opera ed il suo sangue. Sono gli uomini che già han levato ieri contro il sole le opere della civiltà, e reso le forze della natura fattrici di benessere e di ricchezza, quelli che oggi, paghi di umiltà e di silenzio, portano su ogni lembo di terra l’opera aspra e febbrile, come bandiera sacra della Libertà.
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Zappatori del Genio oramai significa fucilieri del Genio. Sul Montello, sul Grappa e sulla Piave, se non volessimo ricordare i magnifici cimenti dei primi tre anni di guerra, ne abbiamo avute prove luminose.
Zappatore, prendi pure a braccetto il Fante: è un’onore che ti spetta!
Gli Zappatori del III Battaglione Genio, la mattina del 9 di
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