Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/83

46 TEOCRITO

comata
Non amo Alcippa, no, che ieri baciar non mi volle,
che per le orecchie mi prese, quando io la colomba le offersi.
lacone
Ma io voglio ad Eumède un bene del l’anima. Quando
gli regalai la sampogna, mi diede un bacione coi fiocchi.


IL GIUDIZIO

morsone
Col rosignolo non può competer, Lacóne, la gazza,
la bubbola coi cigni. Tu troppo sei vago di brighe.
Al pecoraro ingiungo di smettere. In premio, o Comata,
assegna a te Morsóne l’agnella. E a Morsóne tu manda
súbito, quando alle Ninfe la immoli, un bel pezzo di carne.
comata
Sí, che lo manderò, per Pane! — Voi tutte, o caprette,
tripudïate. Anch’io, vedi come sghignazzo a le spalle
del pecoraro Lacóne, dacché gli ho potuto, alla fine,
portare via l’agnella! Coi salti toccar voglio il cielo!
Allegre, allegre, o mie baldanzose caprette! Dimani
vi laverò tutte quante nell’acqua del Síbari. — Ehi, dico,