Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/81

44 TEOCRITO

comata
Un secchio di cipresso posseggo, posseggo un cratère:
Prassitele foggiò l’uno e l’altro; e li serbo a bella.
lacone
Un cane ho anch’io, che il gregge difende, che strangola i lupi:
lo dono al mio fanciullo, ché possa inseguirci le fiere.
comata
O cavallette, che il salto spiccate a varcar la mia siepe,
non fate dànno ai miei vitigni: ché son tenerelli.
lacone
Guardate un po’, cicale, che brighe sto dando al capraro:
cosí tormento a quelli voi date che mietono il grano.
comata
Odio le volpi con tanto di coda, che verso il tramonto
bazzicano pei campi di Mico, e piluccan l’agresto.
lacone
Anch’io gli scarafaggi detesto, che prima a Filonda
pappano la ficaia, poi lungi li porta la brezza.
comata
Non ti ricordi quand’io ti diedi l’abbrivo, e ridevi
tu, cigolavi di gusto, tenendoti forte a quel leccio?