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266 | TEOCRITO |
lirica del gran periodo classico da quella degli Alessandrini, che pure la predilessero. D’altronde, tutti sanno che la grandezza di Teocrito non è qui; la colpa che, al massimo, gli si potrebbe •apporre, sarebbe quella di non aver bene valutate le proprie attitudini, e dr non aver saputo resistere alla moda del tempo.
XXV
ERCOLE CHE UCCIDE IL LEONE
Sodi al loro lealismo scientifico, i filologi hanno versato i classici fiumi d’inchiostro, per sostenere (o per confutare, reciprocamente) diverse tesi.
- A) L’idillio è un frammento, nato e rimasto frammento.
- B) È un frammento d’un poema perduto.
- C) Costituisce un tutto omogeneo.
- D) È composto di tre parti ben distinte una dall’altra, da tre brani del medesimo poema.
- E) Le parti sono tre, distinte, e pure unite, come le tre tavolette d’un trittico: tre punti salienti d’una leggenda, messi liberamente uno accanto all’altro, senza bisogno di tessuto connettivo: vedi ballata moderna.
- F) Lo scopo del frammento o del poema a cui il frammento apparteneva, è l’esaltazione d’Èrcole.
- G) Lo scopo è semplicemente quello di narrarne le gesta.
La lista potrebbe diventare lunga come quella di Leporello. Ma nessuno ha mai posto un quesito pregiudiziale: se cioè si possano escogitare questioni di lana piú caprina. Se anche si riuscisse a determinare uno qualsiasi o tutti tali quesiti, l’importanza della determinazione sarebbe minima; ma, viceversa, ogni determinazione un po’ sicura riesce impossibile. E allora, tanto vale rassegnarsi.