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NOTE XXIV 265

spirito sintetico, i tratti essenziali, e li fa passare, con accenni balenanti, dinanzi ai nostri occhi, sino ai due momenti supremi, la lotta coi Giganti, sostenuta a fianco dei Numi, e l’apoteosi e il matrimonio con Ebe. La materia mitica non è freddamente travasata, bensí dominata e gittata in alate vibranti forme lirico-musicali.

Tiresia, solenne verace profeta,
disse alle turbe fra quante venture
il pargolo avvolto sarebbe,

e a quante darebbe la morte
crudissime belve
per terra, ed a quante nel pelago;
e disse che alcuno degli uomini avvezzi
a obliqua violenza, da lui
verrebbe anche spento; e soggiunse
che quando i Giganti, nel piano
flegrèo, pugneranno coi Numi,
sottessa la furia dei dardi d’Alcíde,
le fulgide chiome
dovranno insozzar nella polvere.

E ch’ei, nelle case beate, godendo una pace perenne,
un placido eterno riposo, compenso ai suoi gravi travagli,
unitosi ad Ebe fiorente, con lei celebrate le nozze,
vicino al Croníde, l’elogio
dirà delle sante sue leggi.

È chiaro che io non ho istituito questi raffronti per stabilire priorità, e per deprimere Teocrito; bensí, al solito, per distinguere: per rendere chiaro, quasi tangibile, mediante un parallelo appropriato, quanto differisce la concezione della poesia epico-