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PREFAZIONE | XXXI |
neamente, qua e là, nella sua opera, tracce della sua figura etica, della sua «personalità», non è forse vano raccoglierli. Conoscere l’uomo può giovare ad intender meglio il poeta.
Ora, nella poesia di Teocrito, pure essenzialmente obiettiva, simili tracce, dirette e indirette, sono frequentissirrie. Tanto che si possono quasi applicare ad essa le parole d’Orazio:
quo fit, ut omnis |
Teocrito non è certo uno spirito eroico. Anche se non lo dimostrassero le circostanze della sua vita, basterebbe a provarlo il tòno delle sue poesie eroiche. Tòno, lo vedemmo, calante.
La sua voce torna invece giusta quando ricorda i benefizi e le gioie della pace:
Sian culti i pingui campi: sui pascoli belino i greggi |
Dunque, pacifista. E fra i beni che largisce la pace, vagheggia innanzi tutto, parrebbe, quelli materiali. Le aspirazioni, che già qualificammo, dei suoi pastori, sono, senza dubbio, le sue aspirazioni. S’immagina facilmente che il suo ideale sia espresso nei celeberrimi versi di Menalca:
Deh, non m’avvenga tenere di Pèlope il suolo e i talenti |