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244 TEOCRITO

IX

I CANTORI

Non c’è da spender troppe parole intorno a questa bazzecola, composta con ritagli presi qua e là da altri idilli, e non dei piú eleganti e coloriti. Gran discussione al solito, tra i filologi, per decidere se l’autore sia o non sia proprio Teocrito; e i piú negano. Anche a me non parrebbe. Ma, al solito, è inutile perder troppo tempo in simili ricerche, che, a parte il valore essenziale (inesistente) dei loro possibili risultati, non possono mai giungere a conclusioni inoppugnabili. E cosí, anche qui, non si potrà mai escludere in linea assoluta che anche questa birbonatella sia uscita dalla penna di Teocrito:

Le divin Mahomet enfourchait tour à tour
Son mulet Daïdol et son âne Yafour;
Car le sage lui même a, selon l’occurrance,
Son jour d’entêtement et son jour d’ignorance.

X

I MIETITORI

Anche sull’idillio decimo, non è il caso di spender lunghe parole; e per una ragione contraria a quella che ci ha trattenuti dinanzi al precedente. Perché questi «Mietitori» sono un vero e perfetto capolavoro; e, come tutti i capolavori genuini, non solo non hanno bisogno di commenti; ma, soprattutto, non li tollerano. I due caratteri, del sentimentale Batto, e dello scanzonato Milone, sono tra i meglio scolpiti da Teocrito. E mette conto