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236 | TEOCRITO |
Come a Demètra, Dea possente, piacque |
Sia detto senza irriverenza verso la somma Dea delle spiche: era il segreto di Pulcinella.
IV
DI PALO IN FRASCA
Del piú e del meno. È tutto un saltar di palo in frasca, un innocuo pettegolezzo su le poche vicende della vita pastorale: sul bifolco Egone, che, messo su dai malfidi consigli d’un certo Milone, s’è improvvisato atleta, ha piantate le sue greggi, e se n’è andato in Olimpia, a prender parte alle gare; su una bella ragazza dagli occhi azzurrini; su un vecchiotto che n’è follemente invaghito.
Batto è caratterizzato con gran finezza. Ha la lingua lunga, e s’impaccia troppo dei fatti altrui; però, sia nell’intenerimento per le povere greggi, che languono pel desiderio del loro signore, sia negli accenti, sobrii, ma sinceri, onde rievoca la perduta Amarilli — dimostra un profondo sentimento — direi quasi moderno.
La cornice vegetale è molto ricca; e il carattere alessandrino è segnato, ma qui con effetto veramente artistico, dall’episodio della spina. Tutti ricordano il famoso «Spinario». Certo l’opera di scultura e l’opera di poesia non furono indipendenti l’una dall’altra. E secondo ogni probabilità, dovremo credere che questa sia una musicale traduzione di quella.