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XXVIII | PREFAZIONE |
è intagliato da poco, ed esala ancora l’odore del legno tagliato di fresco. E quando poi glie lo porge, insiste:
Eccoti il calice, amico: non senti che dolce fragranza? |
E sia ricordato, infine, il prodigioso esametro delle «Talisie»
Tutto d’Estate opulento fragrava, fragrava d’Autunno. |
E talune espressioni sembrano il riflesso di una discreta ghiottoneria. Dice il capraro del primo idillio:
A te di miele, o Tirsi, la bocca leggiadra si colmi, si colmi |
E il pastore della serenata:
Questo al cuor tuo sarà piú dolce che all’ugola il miele. |
E spesso e volentieri, infine, è ricordata la morbidezza dei giacigli.
Se presso me verrai, qui pelli di pecore e lane |