IL CANTO D’AMORE
Batto
Muse pïerie, con me cantate la svelta fanciulla,
ché bello ciò che voi toccate, o divine, rendete.
Bòmbica, amore mio, tutti quanti ti chiamano Sira,
arsa dal sole, e magra. Per me, sei colore del miele.
Scura è la mammola anch’essa, è scuro il garofano scritto;
eppur, piú d’ogni fiore si colgono a tesser ghirlande.
Cerca la capra il trifoglio, il lupo cerca la capra,
la gru cerca l’aratro; per te sono pazzo io d’amore.
Deh, le ricchezze avessi che aveva, raccontano, Creso.
Sculti ne l’oro, tu ed io, d’Afrodite nel tempio staremmo:
tu con i flauti in pugno, con una rosa, una mela,
io con la veste nuova, coi sandali nuovi d’Amícla.
Bòmbica, amore mio, son dadi d’avorio i tuoi piedi,
nepente è la tua voce: il tratto che sia, non so dirlo.
Milone
Questi bei canti il bifolco comporre sapea! L’ignoravo.
Come ha saputo bene foggiar l’armonia dei suoi versi!
Povera la mi’ barba! Sei lunga quanto io sono corto.
Pure, tu ascolta questa canzon del divino Literse.