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Milone
Lavoratore bifolco, tapino, che mai t’è successo?
Il solco piú non puoi tracciar, come prima, diritto?
Mietere in fila non puoi con gli altri, ma indietro rimani,
come dal gregge, quando urta nel cacto la pecora il piede?
Passato il mezzodí, verso sera, che cosa farai,
se non divori, adesso che appena cominci, il tuo solco?
Batto
O non mai stanco, o blocco d’indomita pietra, Milone,
non t’è seguíto mai di bramare qualcun che sia lungi?
Milone
A me? No! Quale brama d’estranei può aver chi lavora?
Batto
Non t’è seguíto mai di vegliar per amore la notte?
Milone
E non m’avvenga mai! Son dolori, se il can gusta l’unto!