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Le domeniche, dopo la messa, io mi rinchiudevo lì dentro e non è calcolabile la quantità di libri ch’io mi andavo, volta per volta, divorando.
Oltre alla lettura avevo una gran passione per le bambole e pei giocattoli.
La mamma mi aveva regalato un grande scaffale di legno ricoperto di una tendina di seta, perchè potesse accogliere tutte le mie figliuole coi relativi accessorii.
Possedevo cucine, armadi, cassettoni, tavolini, canapè, specchiere, corredini completi di biancheria e di vestiario, servizi di porcellana, ecc., ecc.
E trovavo il tempo di tener tutto in un ordine scrupoloso, aiutata in ciò dai consigli della mamma. Una delle mie grandi passioni era quella di far da cucina alle bambole: quindi non davo pace alla Giovanna (la nostra donna di servizio) finchè non avesse messo a mia disposizione dei minuscoli pezzetti di carne, di formaggio, di burro, di prosciutto, ecc. E che buoni bocconcini sapevo fare! Le bambole li apprezzavano mediocremente, ma in compenso li mangiavo io o qualche bambina amica venuta a passar con me la giornata.
La mamma non solo non s’impazientiva mai per quelle mie aspirazioni... gastronomiche, ma le incoraggiava permettendomi l’acquisto frequentissimo di pentolini, casseruole, bricchi, piccoli girarrosto, ecc. Non sapeva nulla di pedagogia la cara, semplice donna: ma alla Giovanna o al babbo che protestavano, soleva dire, stringendosi nelle spalle: — Sono cose che le rimarranno nella mente quando sarà grande e avrà famiglia.
Infatti le mie modeste abitudini gastronomiche per cui non mi sono mai trovata imbarazzata a mettere in-