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— No, signora — ribattei vivamente. — I baci sulla mano li danno anche i giovani alle ragazze!

— Non è vero!

— Sì, signora, che è vero! Anche Andrea bacia sempre la mano dell’Egle e se la posa sul cuore sospirando.

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La mattina dopo la mia casa pareva l’inferno. La mamma, accusata dal babbo di non aver saputo vigilar bene la figliuola, era stata presa dalle convulsioni.

Mia sorella, dopo avermi dato due o tre schiaffi abbastanza energici, s’era rinserrata in camera piangendo e strillando: «O lui o la morte».

Il povero Andrea, pallido come un cencio di bucato, abbassava il capo sotto la valanga dei rimproveri paterni. E la conclusione di tutta questa tragedia si riassume così:

Andrea, coi suoi risparmi e con un centinaio di scudi anticipatigli dal babbo sull’assegno dotale della figliuola avrebbe aperto subito una piccola cartoleria e legatoria di libri in via San Gallo.

E il matrimonio si sarebbe concluso di là a due mesi, tanto per dare alla famiglia il tempo di preparare un po’ di corredo alla sposa...

Visto che la mia indiscrezione aveva poi in fondo recato ottimi frutti, la mia sorella cancellò coi baci e con le lacrime l’impronta degli schiaffi, Andrea mi rimpinzò di chicche e la mamma entrò subito in via di guarigione.