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bliche e private, delle cambiali, delle citazioni, delle testimonianze, di tutto quanto insomma sa di burocratico o di togato.

Ho già detto che ciò non ha contribuito davvero al rapido aumento del mio patrimonio. Avrei dieci volte potuto intentar processi ad alcuni editori che hanno o falsificato edizioni, o stampato opere mie in una forma che non era la fissata, o non hanno adempiuto a certe prescrizioni legali. Ma non ne ho mai avuto il coraggio.

Moltissime volte, per la mia straordinaria manìa d’ordine ho mandato in pezzi delle lettere contrattuali — unicamente per isbarazzare dai fogliacci inutili la mia piccola scrivania.... Questi forse sono indizi di debolezza o di atonìa morale che potrebbero far comodo al mio lombrosiano. Li abbandono nelle sue mani. Chissà che non ne esca un profilo... abbastanza degenerato!

Io credo; e non per abitudine servile del mio spirito, per debolezza congenita del mio carattere, per paurosa sofisticheria della mia coscienza, ma credo per assoluta convinzione e perchè ai non piccoli dubbi in materia religiosa, che più volte nel corso della mia vita m’hanno attraversato l’anima, sono stati di conforto ineffabile e gli studi elevati e le valide persuasioni del mio ragionamento. Io sono quindi spiritualista, senza pretendere di racchiudere nella aridità di una impossibile formula, le aspirazioni vaghe dell’anima mia; e credo all’eternità della vita appunto perchè sono persuasa dell’assoluta inesistenza della morte. Del resto mi pare che