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Non potei quindi accettare molte vantaggiose proposte, e dovei rifiutare recisamente l’incarico quando l’on. Boselli, in una delle sue brevi e caratteristiche letterine mi domandò se avessi voluto recarmi per qualche mese, in Sardegna. Era proprio destinato che io non fossi nè insegnante nè ispettrice: era proprio destinato che io non dovessi mai e poi mai dipendere


    figurava il mondo, gli uomini.... Ma io, se il cielo mi concede un lampo solo di luce, io dirò, io scriverò....
    Il pallido simulacro del martire divino si mosse visibilmente dalla bruna cornice e una voce soave risuonò nel silenzio:
    — Tu non dirai, non scriverai cosa alcuna che contristi coloro ai quali desti il nome santo d’amici: abbi in faccia al pubblico l’orgoglio delle tue scelte e non porre nel fango chi inalzasti un dì sull’altare. Ad ognuno il mestier suo.
    E siccome Myrio, percosso da ineffabile spavento, stava per cadere a terra, Gesù lo toccò in fronte con la mano divina.
    — Ritorna sano e forte e buono — gli disse. — Passa e dimentica. Di questa dura lezione aveva bisogno il cuor tuo, sì facile ai candidi entusiasmi e alla fede nell’uomo. Compi il tuo cammino, fortificato dal dolore, reso cauto dall’esperienza.
    Myrio giungeva le mani estatico, compreso di tenerezza indicibile.

    E quando si svegliò dal suo lungo sogno di dolore, il crocifisso d’avorio gli tendeva ancora le braccia in atto di preghiera dolcissima. Myrio s’inchinò riverente, ed uscì fuori al sole, uscì fuori alla vita, che tornava a fluirgli più fervida e calda, nel lampo sereno dei grandi occhi soavi che non avevano mentito mai. I suoi amici gli passarono più volte d’accanto, ma egli non li vide, assorto com’era nelle contemplazioni serene dell’arte che ci migliora e c’insegna tutte le gentilezze: anche quella del perdono.