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componenti la commissione, i quali mi vennero incontro a braccia aperte, complimentandomi del mio successo. «Brava, brava, brava! faccia sempre così! — mi dissero. — Era troppo giusta! Se lo meritava!» Ah, terribili coccodrilli!

I capricci della commissione ministeriale non mi permisero mai di spiegare e di applicare nei miei libri tutta la teoria pedagogica che da anni ed anni mi frullava pel cervello. Dovei esporla in centinaia di articoli giornalistici che di tanto in tanto, dopo una opportuna scelta, riunivo in volume. Molti innovamenti pedagogici teorici e pratici furono da me preveduti e dichiarati fino da parecchi anni or sono, nei loro più minuti particolari. La prima idea delle scuole professionali, che in Francia, in Svezia, in Germania e in Danimarca, fanno al giorno d’oggi tanto furore, è stata mia. E siccome nessuno ancora l’ha detto, lo dico da me, perchè voglio risparmiare ai critici dell’avvenire un compito gravoso.