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XXI.

La primavera dell’ingegno.

Nel 1875 il Dazzi mi consigliò a scrivere un libro per i ragazzi1; e quantunque il pubblicarlo allora fosse molto meno facile di quel che non sia oggi, e le ideine viete di quel tempo non incoraggiassero molto una donna giovane a tentare colla virtù dell’ingegno vie nuove2, pure il consiglio mi andò a genio e lo seguii. Mi spuntò nel cervello l’idea di narrare «Le memorie di un pulcino» e in poco tempo il libro, un libriccino


  1. In questo tempo, giorno più giorno meno, al compianto Tommaseo successe nell’Accademia della Crusca Pietro Dazzi. A proposito di quella nomina che ad alcuni parve non meritata nacquero delle polemiche sui giornali d’allora e specialmente sul Fanfulla, La polemica sul Fanfulla dette occasione al poeta fiorentino Emilio Frullani di scrivere questo grazioso epigramma che ricopio testualmente da un biglietto del Dazzi:

    Il Fanfulla col Dazzi s’accapiglia
    Perchè i Cruscanti l’han creduto adatto
    A volgere il buratto.
    Non capisco in che stia la meraviglia,
    Che i Dazzi in questo critico momento
    Sono il quinto elemento,
    Ed era natural che, prima o poi,
    Anche la Crusca avesse i dazzi suoi.

  2. Basti il dire che Felice Paggi, editore del mio primo libro, mi consigliò a non firmarlo o - se proprio ci tenevo - a non scrivere per intero il mio nome di donna. — Basterà l’iniziale — aggiunse — così molti lo crederanno dovuto a penna maschile!!